Per anni la capacità di mentire è sempre stata una prerogativa dell’uomo, in quanto ritenuta un’abilità troppo complessa da poter essersi evoluta anche in altre specie animali. Infatti mentire non è una cosa semplice e richiede l’avere a disposizione una Teoria della Mente, ovvero l’abilità di attribuire credenze, emozioni, intenzioni, pensieri a sé e agli altri per immaginare come ci si comporterà.
Negli ultimi anni però, ricerche in ambito etologico e cognitivo hanno dimostrato come anche altre specie animali sono in grado di ingannare, utilizzando falsi segnali per modificare il comportamento dell’animale ricevente a proprio vantaggio. Tra gli animali che si sono dimostrati in grado di fare tutto ciò troviamo diverse specie di scimmie, qualche specie di uccello e… anche i cani.
Lo studio scientifico
Un team di ricercatori dell’Università di Zurigo ha pubblicato su Animal Cognition uno studio in cui si dimostrava come 27 cani utilizzassero una forma di inganno per ottenere un beneficio personale, ovvero ricevere più cibo. Ma vediamo l’esperimento più nel dettaglio.
In una fase iniziale di addestramento, ai cani venivano presentati 2 tipi diversi di “umani”: quello cooperativo, che offriva sempre il cibo al cane, e quello competitivo, che invece teneva sempre il cibo per sé. Oltre a questi due umani, era sempre presente anche il proprietario del cane, il quale offriva anche lui sempre il cibo al cane. Successivamente, durante la fase di test, il cane si trovava davanti 3 scatole: una contenente un cibo molto appetitoso (una salciccia), una con un cibo poco appetitoso (crocchette per cani) ed una scatola vuota. Il compito del cane era quello di guidare i 2 umani verso una scatola per poterne ottenere il cibo all’interno, sapendo che avrebbe in ogni caso poi potuto condurre alle scatole anche il proprietario, sempre generoso.
I risultati
I risultati mostrano fin da subito una chiara tendenza del cane ad ingannare a proprio vantaggio. Infatti i cani affiancati dall’umano cooperativo lo hanno portato senza esitazione alla scatola contenente il cibo più appetitoso, sicuri che glielo avrebbe offerto. I cani, invece, nel gruppo dell’umano competitivo hanno presto imparato che se l’avessero guidato alla scatola del cibo appetitoso, questo si sarebbe tenuto il cibo per sé, e loro avrebbero perso l’opportunità di mangiarselo. Per questo motivo, i risultati dell’esperimento mostrano come i cani, dopo un po’, hanno iniziato a condurre lo sperimentatore competitivo verso la scatola vuota, in modo che poi potessero guidare il proprio proprietario verso la scatola con il cibo appetitoso ed averlo tutto per sé.
Quindi i cani non solo sono in grado di apprendere e distinguere un partner cooperativo da uno competitivo, ma sono anche abili nell’uso di quello che gli autori definisco ‘inganno tattico’ per massimizzare le probabilità di ottenere un vantaggio personale.
Bibliografia
Deceptive-like behaviour in dogs (Canis familiaris), Marianne T.E. Heberlein, Marta B. Manser, Dennis C. Turner, Animal Cognition (2017), 10.1007/s10071-017-1078-6.