Gli esseri umani associano naturalmente e intuitivamente suoni acuti ad oggetti o cose di piccole dimensioni, mentre suoni gravi e bassi sono associati di solito ad oggetti di grandi dimensioni. Questo fenomeno viene definito in termini tecnici come “corrispondenza cross-modale”, nel nostro caso inerente ad altezza del suono e dimensione dell’oggetto, ma è solo una delle numerose corrispondenze cross-modali finora scoperte nell’uomo. È ancora ampiamente dibattuto il meccanismo alla base dello sviluppo di questa abilità. Si crede possa essere il risultato di un precoce apprendimento che avviene appena dopo la nascita. Infatti, neonati di 6 mesi possiedono tale abilità mentre neonati di 4 mesi di vita sembra non siano ancora in grado di creare questa associazione tra altezza del suono e dimensione dell’oggetto. L’associazione di queste caratteristiche è variamente presente nell’ambiente in cui viviamo, si pensi al suono di una piccola campanella contro il suono di una grande campana, oppure alle vocalizzazioni emesse da piccoli animali come i roditori contro quelle emesse da grandi animali come gli elefanti. L’esposizione a tali regolarità nell’ambiente potrebbe determinare quindi un’associazione appresa tra dimensioni e altezza del suono. Essere in grado di prevedere la dimensione di uno stimolo che produce un certo tipo di suono ha sicuramente un valore adattivo, per questo tale abilità potrebbe essere condivisa anche da altre specie animali oltre all’uomo. Nell’esperimento qui descritto, i ricercatori inglesi hanno testato la presenza di corrispondenza cross-modale nel cane domestico.
LO STUDIO SCIENTIFICO
30 cani sono stati inizialmente addestrati ad andare a toccare un oggetto con il naso oppure con la zampa dopo aver sentito un suono provenire da esso. L’oggetto in questione, infatti, nascondeva una piccola cassa al suo interno, la quale emetteva un suono che produceva nel cane il comportamento di targeting. Dopo svariati trials ed il superamento di una fase di conferma del comportamento appreso, il cane poteva passare alla fase di test.
Durante questa fase veniva ripetuto lo stesso compito del training precedente, ma questa volta invece che un solo oggetto, di fronte al cane ne venivano predisposti due, di cui solamente uno emetteva il suono. Il paio di stimoli era costituito da un oggetto di grandi dimensioni e da un oggetto di piccole dimensioni, ed il suono emesso da questi poteva essere un suono acuto oppure un suono grave. Il cane poteva così trovarsi di fronte ad una situazione di test congruente, in cui l’oggetto di piccole dimensioni emetteva il suono acuto oppure l’oggetto di grandi dimensioni emetteva il suono grave. Oppure poteva trovarsi davanti ad una situazione di test incongruente, dove il suono acuto veniva emesso dall’oggetto di grandi dimensioni mentre il suono grave era prodotto dall’oggetto di piccole dimensioni.
I RISULTATI
I risultati mostrano come i cani hanno reagito più velocemente nelle prove congruenti rispetto alle prove incongruenti. Inoltre, il livello di accuratezza era molto superiore nelle situazioni congruenti rispetto a quelle incongruenti, ovvero i cani facevano molti più errori nell’approcciare l’oggetto da cui proveniva il suono quando non c’era una corrispondenza tra altezza del suono e dimensione dell’oggetto.
Questi risultati indicano come anche nei cani si possa riscontrare il fenomeno di corrispondenza cross-modale tra suoni e dimensioni, dimostrando che tale abilità potrebbe non essere esclusivamente umana, ma piuttosto una caratteristica di elaborazione sensoriale condivisa da altre specie.
BIBLIOGRAFIA
Korzeniowska AT, Simner J,Root-Gutteridge H, Reby D. 2022 High-pitch sounds small for domestic dogs: abstract crossmodal correspondences between auditory pitch and visual size. R. Soc. Open Sci.9: 211647.https://doi.org/10.1098/rsos.211647