Aggiungiamo un nuovo pezzetto al grande puzzle delle capacità cognitive dei cani, ed in particolare alla consapevolezza del sé. Come abbiamo visto in un articolo precedente, è stato dimostrato come i cani riescano a riconoscere un odore come proveniente da sé stessi tramite il test dello ‘specchio olfattivo’, mostrando dunque abilità di auto-riconoscimento. Il dibattito rimane ancora aperto sul fatto che tale e simili test siano dei paradigmi sufficienti per determinare se l’animale possegga consapevolezza di sé ed altre abilità metacognitive.
Uno degli elementi fondamentali della rappresentazione di sé è la consapevolezza del proprio corpo, ovvero “la capacità di tenere in mente informazioni sul proprio corpo, come un oggetto esplicito, in relazione ad altri oggetti nel mondo”. Questa abilità è stata studiata dai ricercatori del presente studio aspettandosi che il cane fosse un perfetto candidato per il possesso della consapevolezza corporea.
LO STUDIO SCIENTIFICO
Il paradigma che hanno utilizzato si basa sugli studi di Piaget con i neonati ed è il cosiddetto paradigma del “proprio corpo come ostacolo”. Nei test originali ai bambini piccoli veniva chiesto di consegnare una coperta su cui erano seduti. Un soggetto veniva considerato in grado di capire la connessione tra l’insuccesso iniziale e il corpo come un ostacolo, se si alzava dalla coperta. I bambini sotto i 18-24 mesi non si sono dimostrati in grado di spostarsi dalla coperta.
I ricercatori hanno così adattato tale paradigma alle funzionalità dei cani, i quali dovevano raccogliere e consegnare al proprietario un oggetto che era attaccato al tappetino sul quale erano seduti. Questa condizione di test è stata affiancata ad una condizione di controllo, in cui i cani, seduti sul tappetino, dovevano sempre raccogliere e passare l’oggetto che però, stavolta, non era attaccato al tappetino, bensì al pavimento. Un’ulteriore condizione di controllo consisteva nello sperimentatore che lentamente tirava il tappetino sotto i piedi dei cani con una corda collegata. In questo modo hanno voluto escludere la possibilità che i cani lasciassero il tappetino prima o più spesso perché erano spaventati dall’effetto e dalla sensazione del tappetino che cercava di venir spostato da sotto i loro piedi.
I RISULTATI
Quando i cani devono passare al proprietario un oggetto che è attaccato al tappetino sul quale sono seduti, sono più propensi a spostarsi dal tappetino e lo fanno in maniera molto più rapida, rispetto alle condizioni di controllo. I cani sembrano quindi in grado di capire la differenza tra quando “c’è un ostacolo” (l’oggetto è attaccato al pavimento) e quando “il mio corpo è un ostacolo” (l’oggetto è attaccato al tappetino sopra al quale si trovano). Nel primo caso, infatti, i cani non necessariamente si muovono dal tappetino, mentre nel secondo caso lo fanno rapidamente, capendo la necessità di spostare il proprio corpo per concludere il compito. I ricercatori hanno inoltre notato reazioni diverse quando il tappetino veniva tirato dal cane stesso, nella condizione di test, o dallo sperimentatore, in una condizione di controllo.
I risultati di questo esperimento rappresentano la prima prova convincente che i cani siano sia consapevoli del proprio corpo, sia in grado di crearsi una rappresentazione mentalmente delle proprie azioni e modificare il proprio comportamento di conseguenza.
BIBLIOGRAFIA
Lenkei, R., Faragó, T., Zsilák, B. et al. Dogs (Canis familiaris) recognize their own body as a physical obstacle. Sci Rep 11, 2761 (2021). https://doi.org/10.1038/s41598-021-82309-x