Oggi parliamo di cooperazione, un concetto alla base delle società umane, ma sarà così diffuso anche nei cani?
Per scoprirlo ci avvaliamo di uno studio che ha indagato la cooperazione sia nei cani che nei lupi, scoprendo delle differenze importanti.
La cooperazione nell’uomo
La vita sociale umana dipende fortemente dalla cooperazione, e non è difficile notare come l’uomo presenti delle abilità sociali uniche rispetto a quelle di tutti gli altri esemplari della grande famiglia delle scimmie.
Uomo e cane messi a cofronto
Per comprendere l’evoluzione delle nostre eccezionali capacità, alcuni studiosi hanno proposto i cani come un buon modello di cooperazione, in quanto gli esseri umani e i cani sono stati esposti a pressioni ambientali simili, rappresentando quindi un esempio di evoluzione convergente.
Infatti, i cani, tramite il processo di domesticazione, sarebbero diventati più tolleranti gli uni verso gli altri, sviluppando tendenze cooperative, un po’ come è successo all’uomo durante la sua “self-domestication”.
Sulla base di questa ipotesi, ci si aspetterebbe quindi che i cani, rispetto ai lupi (che non hanno subito il processo di domesticazione), mostrino una maggiore propensione alla cooperazione, non solo con gli esseri umani ma anche con i conspecifici.
Un’ipotesi diversa propone i lupi
Altri studiosi però propongono un’ipotesi contrastante. Quest’ultimi sottolineano come la socio-ecologia dei lupi e dei cani suggerirebbe che i lupi dovrebbero svolgere nello stesso modo, se non meglio, compiti di cooperazione con i loro conspecifici.
Infatti, i lupi vivono in stretti gruppi familiari che si affidano molto alla cooperazione sia per la caccia, che per l’allevamento dei cuccioli e la difesa del territorio.
Invece i cani (parliamo di cani ferali, che quindi non vivono in maniera direttamente dipendente dalle cure umane) non cacciano quasi mai in gruppo, ma si foraggiano da soli razziando i rifiuti umani. C’è inoltre pochissima cura dei cuccioli da individui diversi dalla madre e l’unico tipo di cooperazione che si può osservare è quello legato alla difesa del territorio.
Come fare quindi a sciogliere questo nodo e capire se cani e lupi mostrano tendenze cooperative e chi dei due in maniera più forte?
Lo studio scientifico
Ci hanno pensato i ricercatori del Wolf-Science-Center di Vienna, un centro in cui cani e lupi vengono allevati allo stesso modo, con l’obiettivo di azzerare le componenti ambientali e riuscire quindi ad analizzare le differenze naturali tra le due specie.
Il test che hanno usato è stato il “test del vassoio con le due corde”.
Di cosa si tratta?
I ricercatori hanno messo del cibo su un vassoio che però non era alla portata degli animali, in quanto era messo appena fuori dal recinto in cui si trovano. Una corda era fatta passare attraverso gli anelli del vassoio, con le due estremità della corda poste all’interno del recinto dell’animale a una distanza tale che un singolo individuo non poteva raggiungere le due estremità e tirarle contemporaneamente.
Durante il test, due individui contemporaneamente potevano approcciare questo apparato e decidere se collaborare o meno. Infatti, solo se avessero coordinato le loro azioni, tirando simultaneamente le due estremità della corda, sarebbero riusciti a spostare la piattaforma in avanti e quindi ad accedere al cibo. Tuttavia, se solo un capo della corda veniva tirato, l’altro capo diventata inaccessibile, cadendo al di fuori del recinto, ed il vassoio non poteva più essere spostato in avanti, lasciando quindi gli animali a bocca asciutta.
I risultati
I risultati mostrano come solo pochissimi cani ma la maggior parte dei lupi riescono a cooperare per risolvere il compito e raggiungere il cibo. I lupi, quindi, lo fanno meglio, mostrandosi più bravi a coordinare tutti comportamenti necessari per tirare entrambi la corda allo stesso tempo, riuscendo così ad avere successo. Sia cani che lupi mostravano livelli simili di interesse verso il compito ed esibivano con la stessa frequenza i comportamenti appropriati sull’apparato, suggerendo dunque che la socio-ecologia dei lupi più affine e dipendente alle attività cooperative li renda effettivamente migliori in compiti di cooperazione. I ricercatori hanno notato inoltre come, una volta compreso il bisogno del compagno per accedere al cibo, i lupi interagivano con l’apparato nello stesso momento, capendo prima o poi come coordinare le loro azioni per risolvere il compito. Invece, sembra che nei cani l’interazione con l’apparato avvenisse in maniera turnata, ovvero prima un cane si avvicinava e provava come funzionava, per poi cedere il turno all’altro cane. Questo ha ovviamente reso la coordinazione delle azioni cooperative più difficile. Sembra quindi che i cani abbiano una maggior tendenza rispetto ai lupi ad evitare il conflitto con il conspecifico. Per cui i comportamenti agonistici e aggressivi per la competizione sulla risorsa cibo, hanno fatto sì che si evitasse anche di cooperare.
Ma se a collaborare con il cane o il lupo, invece di un conspecifico, ci fosse una persona, si otterrebbero gli stessi risultati?
Lo scopriamo nel prossimo articolo, non perdetevelo!
Fonte:
Marshall-Pescini, S., Schwarz, J. F. L., Kostelnik, I., Virányi, Z., & Range, F. (2017). Importance of a species’ socioecology: Wolves outperform dogs in a conspecific cooperation task. Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America, 114(44), 11793–11798. https://doi.org/10.1073/pnas.1709027114
Immagine: Wolves working in the loose-string paradigm. Image courtesy of Rooobert Bayer (Wolf Science Center, Ernstbrunn, Austria). https://www.pnas.org/doi/full/10.1073/pnas.1709027114