Per mascherare la sgradevole realtà sotto un aura di tecnologia viene chiamato e-collar, o più semplicemente collare elettrico.
Ma solo il termine inglese shock-collar rende immediatamente chiaro cosa faccia questo strumento. Dà una scossa elettrica sul collo, per punire il cane quando fa qualcosa che al proprietario non piace.
Da qualche tempo l’uso del collare elettrico è considerato un maltrattamento ed è vietato nel nostro Paese. Purtroppo lo stato dei fatti non è quello auspicato dalla legge. Infatti il collare elettrico è usato ancora da alcuni cinofili (vale la pena ricordare che cinofilo significa amico/amante dei cani…). Non mancano nei campi di addestramento, così come sul web, discussioni tra chi lo demonizza e quanti invece ne sostengono l’efficacia.
Lo studio scientifico
Uno studio di Cooper e colleghi (2014) dell’Università di Lincoln pubblicato sulla rivista Plos ONE indaga il fenomeno. Gli scienziati hanno rivelato che il collare elettrico non dà alcun vantaggio rispetto a metodi non punitivi. In particolare per la correzione di quei comportamenti per i quali il collare elettrico è consigliato dalle case produttrici e dagli educatori che ne fanno uso. Non solo, i cani sottoposti all’addestramento con il collare elettrico hanno mostrato segni di stress, assenti invece in cani addestrati con altri metodi. Questo avviene in particolare quando del collare viene fatto uso in modo scriteriato, ovvero con elevate intensità della scossa elettrica. Condizione che, ovviamente, non è affatto difficile si verifichi, soprattutto se lo strumento viene affidato a persone prive di preparazione e opportune conoscenze.
Occorreva uno studio per convincerci che strumenti e metodi di addestramento basati sulla punizione e sul dolore non danno alcun vantaggio rispetto a metodi rispettosi del benessere animale? Forse no. Ma sicuramente siamo un passo più avanti verso l’abbandono di pratiche che vorremmo vedere scomparire dai centri cinofili e dalle vite dei nostri cani.