Se vi è mai sembrato che il vostro cane facesse delle scenate di gelosia quando davate attenzioni ad un altro cane, tranquilli, la scienza vi da ragione… il vostro cane è geloso per davvero.
La gelosia è considerata un’emozione secondaria. Ovvero un’emozione complessa, non di per sé presente in modo innato, e che si sviluppa in seguito ad esperienze sociali e dalla combinazione di altre emozioni primarie. Nello specifico la gelosia nasce dalla paura di perdere qualcosa di cui si è in possesso, a favore di qualche altro individuo. Per molti anni si è dibattuto se fosse presente anche in specie animali non umane. E’ evidente infatti che la gelosia, o per lo meno parte di essa, derivi da capacità di attribuire ad altri individui stati emotivi e volontà, cosa che nei cani non è stata del tutto dimostrata. La funzione del comportamento di gelosia è quella di facilitare il mantenimento di un’importante relazione sociale, che è minacciata da un terzo, un individuo rivale. Per manifestare comportamenti gelosi dettati da tale emozione sono necessarie complesse capacità socio-cognitive. Recenti scoperte suggeriscono che bambini a partire da sei mesi di età mostrano già comportamenti di gelosia. Gli autori di questo studio si sono basati sulla somiglianza funzionale tra gli attaccamenti cane-proprietario e madre-bambino, per ipotizzare che il comportamento geloso possa essere evocato nei cani, in modo simile ai bambini.
Ma come si studia la ‘gelosia’ nel cane?
Sulla base di un questionario, i ricercatori hanno individuato i 25 cani che mostravano maggiormente comportamenti di gelosia sia verso gli altri cani della famiglia, sia verso cani in generale. Cani e proprietari venivano poi invitati presso i laboratori dell’Università di Budapest, dove venivano sottoposti al test. Durante il test, cane e proprietario venivano lasciati in una stanza insieme a diversi possibili partner. Per esempio, un altro cane appartenente alla famiglia (detto cane familiare), un altro cane sconosciuto, un oggetto che il cane già conosceva (detto oggetto familiare), oppure un oggetto che il cane non aveva mai visto prima d’ora (detto oggetto sconosciuto). Il compito del proprietario era quello di ignorare completamente il cane e rivolgere tutta la sua attenzione verso il ‘test partner’. I ricercatori hanno misurato alcuni comportamenti espressi dal cane sotto test. Ad esempio guardare intensamente il proprietario, orientare la posizione del proprio corpo verso questo, cercare di attirare la sua attenzione e tentare di separare il proprietario ed il ‘partner di test’. Tutti questi comportamenti sono quelli che tipicamente ci si aspetterebbe da un soggetto ‘geloso’. I ricercatori si aspettavano quindi che tali comportamenti, se nati da qualcosa di simile alla gelosia, dovessero essere maggiormente espressi solo in presenza di una reale minaccia alla propria relazione con il proprietario.
I cani dunque sì, sono gelosi!
Il risultato è stato proprio in linea con quanto atteso. I cani, infatti, hanno mostrato maggiori comportamenti di gelosia quando il proprietario interagiva con i partner sociali, ovvero con il cane familiare ed il cane sconosciuto, piuttosto che con gli oggetti. Certo i cani hanno mostrato interesse verso l’interazione proprietario-oggetto sconosciuto, ma senza mostrare comportamenti di gelosia. Questo risultato suggerisce come il solo fatto che il proprietario rivolga l’attenzione verso qualcosa di altro rispetto al cane, non sia sufficiente da solo a scatenare comportamenti tipici della gelosia. Quindi, sembra proprio che i cani siano in grado di capire se ciò verso cui il proprietario riversa attenzione sia o meno un potenziale rivale nella relazione.
Lo studio ovviamente non rivela quali processi mentali siano in atto nel cane quando esprime questi comportamenti. In pratica, non si sa ancora che tipo di pensieri e quale livello di consapevolezza abbia il cane della vita affettiva del proprietario. Ma tuttavia, è chiaro che i cani siano in grado di esprimere un comportamento funzionalmente simile a quello di gelosia osservato nei bambini sotto i due anni di età.
BIBLIOGRAFIA
Investigating jealous behaviour in dogs. Abdai, J., Baño Terencio, C., Pérez Fraga, P. et al. Sci Rep 8, 8911 (2018). https://doi.org/10.1038/s41598-018-27251-1